Le traversie di monsieur Dukan (clicca qui) ed il commento del Prof. Michele Carruba, direttore del Centro di studio e ricerca sull’obesità dell’Università di Milano, riportato da Il Fatto Quotidiano (leggi l’articolo):
”Dukan usava un approccio con una dieta iperproteica – afferma il professor Carruba – che fa perdere peso perché produce un accumulo di corpi chetonici, e questo provoca nausea e riduce l’appetito. Le persone a questo punto non mangiano perché hanno disgusto del cibo, inoltre i corpi chetonici sono dannosi per i reni e alla lunga possono procurare danni reali”. In più, prosegue l’esperto, una dieta iperproteica può essere efficace nel breve periodo, perché favorisce un rapido calo di peso, ma “un approccio di questo tipo non educa a una dieta corretta” . Normalmente infatti, chi perde peso con una dieta di questo tipo “lo fa per 2-3 settimane, poi si stufa e riacquista il peso perduto. Se si continuasse più a lungo, i rischi sarebbero più marcati, specie quello di avere problemi renali”.
Un altro problema del metodo è la mancata sperimentazione perché “funziona nel breve periodo ma nessuno va a vedere statisticamente com’è la funzionalità dei reni dopo 2-3 settimane. Molti dietologi inventano una dieta e la applicano sui pazienti senza vederne l’efficacia e gli effetti collaterali”. Una fama quindi immeritata? “La dieta ha avuto questa popolarità perché molto pubblicizzata, per imitazione. Ma è una dieta squilibrata, tutte le ricerche dicono che una dieta deve rispettare la proporzione tra macronutrienti, il 60% deve venire da carboidrati, il 30% da grassi e il resto da proteine. Una dieta iperproteica significa facilitare la chetosi, ovvero l’alterazione del metabolismo degli acidi grassi”. La radiazione, conclude Carruba, “mi sembra opportuna: esiste una scienza della nutrizione e chi ha una laurea in medicina ha il dovere di documentarsi. Se qualcuno non lo fa e usa approcci innovativi senza averli sperimentati, mette a rischio la salute dei pazienti”.
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